31 Mayıs 2016 Salı

Introduzione

Introduzione

Pensiamo per un momento a un’aspirina; ti verrà subito alla mente il segno al centro. Questo segno ha lo scopo di aiutare coloro che prendono mezza dose. Ogni prodotto che vediamo intorno a noi, anche se non semplice quanto un’aspirina, è stato ideato per un suo scopo, dal veicolo che usiamo per andare al lavoro al telecomando della televisione.
La parola progetto, in breve, significa un assemblaggio armonico di diverse parti in una forma ordinata, progettata per un obiettivo comune. Basandosi su questa definizione, non si hanno difficoltà nell’indovinare che un’automobile è un progetto. Questo perché c’è un obiettivo specifico, quello di trasportare persone e carichi. Per realizzare tale obiettivo, diverse parti come il motore, le gomme e la carrozzeria sono progettate e assemblate in una fabbrica.
Cosa possiamo dire, però, degli esseri viventi? Anche un uccello e la meccanica del suo volo possono essere un progetto? Prima di dare una risposta, ripetiamo la stessa valutazione che abbiamo fatto nell’esempio dell’automobile. L’obiettivo, in questo caso, è volare. Per questo scopo vengono utilizzati ossa cave e leggere, i forti muscoli del petto che le muovono, insieme a penne capaci di sospensione in aria. La ali sono foggiate in maniera aerodinamica, e il metabolismo è in armonia con il bisogno dell’uccello di alti livelli di energia. È ovvio che l’uccello è il prodotto di un certo progetto.
Se lasciamo da parte l’uccello ed esaminiamo altre forme di vita, ci imbattiamo nella stessa verità. In ogni creatura vi sono esempi di un progetto concepito in maniera estremamente precisa. Se andiamo avanti in questa ricerca, scopriamo che anche noi siamo una parte di questo progetto. Le mani che tengono queste pagine sono funzionali come non potrebbe mai esserlo la mano di un robot. Gli occhi che leggono queste righe rendono possibile la visione con una messa a fuoco tale che neppure la miglior macchina fotografica al mondo può ottenere.
Di conseguenza si giunge a questa importante conclusione; tutte le creature in natura, noi compresi, sono il risultato di un progetto. Ciò, a sua volta, mostra l’esistenza di un Creatore, che progetta tutte la creature secondo la Sua volontà, sostiene l’intera creazione e detiene potere e saggezza assoluti.
Questa verità, però, è respinta dalla teoria dell’evoluzione che fu formulata a metà del 19° secolo. La teoria avanzata nel libro di Charles Darwin L’origine delle specie afferma che tutte le creature si sono evolute per un susseguirsi di coincidenze e che ogni mutazione passa da una all'altra.
Secondo la premessa fondamentale di questa teoria, tutte le forme di vita subiscono cambiamenti minimi casuali. Se tali cambiamenti casuali migliorano una forma di vita, allora questa ottiene un vantaggio sulle altre, vantaggio che a sua volta viene passato alle generazioni seguenti.
Questa favola è stata fatta passare, per 140 anni, come molto scientifica e convincente. Se esaminata sotto un microscopio più potente e messa a confronto con gli esempi del progetto presente nelle creature, la teoria di Darwin disegna un quadro molto diverso, cioè che la spiegazione darwinista della vita non è nulla più di un circolo vizioso che si contraddice.
Poniamo la nostra attenzione per prima cosa sui cambiamenti casuali. Darwin non poté fornire una definizione esauriente di tale concetto perché, all'epoca, si sapeva molto poco di genetica. Gli evoluzionisti che lo seguirono suggerirono il concetto di “mutazione”. La mutazione consiste in sconnessioni, dislocazioni o spostamenti arbitrari dei geni negli esseri viventi. Cosa più importante, non è stato possibile dimostrare che una singola mutazione nella storia sia riuscita a migliorare la condizione dell’informazione genetica di una creatura. Quasi tutti i casi conosciuti di mutazione sono una menomazione o un danno per queste creature e quelli che restano hanno un effetto neutrale. Perciò, pensare che una creatura possa migliorare attraverso la mutazione è come sparare su una folla di persone sperando che il risultato delle ferite sarà quello di avere individui migliori e più sani. Questa è chiaramente un'assurdità.
Cosa altrettanto importante, e contraria a tutti i dati scientifici, anche assumendo che una determinata mutazione possa davvero migliorare la condizione di un essere, non è possibile evitare l'inevitabile collasso del darwinismo. La ragione di ciò sta in un concetto chiamato “complessità irriducibile”. L’implicazione di tale concetto è che la maggioranza dei sistemi e degli organi negli esseri viventi funziona come risultato del lavoro comune di diverse parti indipendenti, e che l’eliminazione o la neutralizzazione anche di una sola di queste parti sarebbe sufficiente a menomare l’intero sistema o l'intero organo.
Per esempio, un orecchio percepisce i suoni solo attraverso una sequenza di organi più piccoli. Se si eliminasse o si deformasse uno di questi, per esempio uno degli ossicini dell’orecchio medio, non ci sarebbe nessun udito. Perché un orecchio percepisca, devono operare insieme, senza eccezione, una varietà di componenti – come il canale uditivo esterno, la membrana del timpano, gli ossicini dell’orecchio medio, cioè il martello, l’incudine e la staffa, la coclea, piena di linfa, i recettori uditivi o cellule acustiche, le cellule ciliate che permettono a quelle acustiche di percepire le vibrazioni, la rete di nervi che si collegano al cervello e all’area uditiva del cervello. Il sistema non può essersi sviluppato per segmenti perché nessuno dei segmenti potrebbe mai funzionare da solo.
Di conseguenza, il concetto di complessità irriducibile demolisce la teoria dell’evoluzione alle sua fondamenta. È interessante che anche Darwin si preoccupasse di queste stesse possibilità. Egli scrisse, in L’origine delle specie:
Se si potesse dimostrare l’esistenza di un qualunque organismo complesso che certamente non possa essersi formato a seguito di numerose, successive, minime modificazioni, la mia teoria crollerebbe completamente.1
Darwin non poté, o forse non volle, trovare un tale organismo a causa del modesto sviluppo della scienza del 19° secolo. La scienza del 20° secolo, però, ha studiato la natura nei minimi dettagli e ha dimostrato che la maggior parte delle strutture viventi è un esempio di complessità irriducibile. Perciò, la teoria di Darwin, proprio come egli temeva, è “completamente” crollata.
In questo libro analizzeremo vari esempi di sistemi, presenti negli esseri viventi, che demoliscono la teoria di Darwin. Tali meccanismi saranno trovati dappertutto, dalle ali di un uccello fino alla parte interna del cranio di un pipistrello. Esaminando tali esempi non solo ci renderemo conto dell’enorme errore del darwinismo, ma vedremo anche la grandezza della saggezza con cui tali sistemi furono creati.
Di conseguenza vedremo la prova incontestabile della creazione perfetta di Allah. Analogamente, il potere e la maestria di Allah di creare senza imperfezioni sono espressi in una Sura del Corano, come segue:
Egli è Allah – il Creatore, il Plasmatore, il Forgiatore. A Lui appartengono i Nomi più Belli. Ogni cosa in cielo e in terra Lo glorifica. Egli è l’Onnipotente, il Saggio. (Sura al-Hashr: 24)

Un esempio di complessità irriducibile: l’occhio dell’aragosta

Ci sono occhi di molti tipi nel mondo vivente. Noi siamo abituati all’occhio simile a quello della macchina fotografica che si trova nei vertebrati. Questa struttura funziona secondo il principio della rifrazione della luce, che colpisce la lente e va a convergere in un punto dietro la lente nella parte interna dell’occhio.
Gli occhi di altre creature, però, operano secondo metodi diversi. Un esempio è l’aragosta. L’occhio di un’aragosta funziona secondo il principio della riflessione piuttosto che secondo quello della rifrazione.
La caratteristica più notevole dell’occhio dell’aragosta è la sua superficie, che è composta da numerosi quadrati. Tali quadrati sono disposti con grande precisione.
L’occhio di un’aragosta mostra una geometria straordinaria, che non si trova altrove in natura – esso ha piccole facce perfettamente quadrate, cosicché “sembra una perfetta carta millimetrata”.2
lobster
L'occhio dell'aragosta è composto di innumerevoli quadrati. Essi sono, in realtà, la parte terminale di minuscoli tubicini quadrati. I lati di ciascun tubicino sono come specchi che riflettono la luce in entrata. Questa luce riflessa viene fatta convergere con precisione sulla retina. I lati dei tubicini all'interno dell'occhio sono orientati in modo così perfetto che convergono tutti su un unico punto.
Questi quadrati, così ben ordinati, sono di fatto le estremità di piccoli tubi di forma quadrata che formano una struttura a nido d’ape. A prima vista, il nido d’ape sembra costituito di esagoni, sebbene questi siano in realtà le facce esterne di prismi esagonali. Nell’occhio dell’aragosta ci sono quadrati al posto di esagoni.
Anche più affascinante è il fatto che il lato di ognuno di questi tubi di forma quadrata è come uno specchio che riflette la luce in entrata. Questa luce riflessa va a convergere precisamente sulla retina. I lati dei tubi all’interno dell’occhio sono collocati ad angolazioni tanto perfette da convergere tutti verso un unico punto.3
La natura straordinaria del progetto di un tale sistema è assolutamente incontestabile. Tutti questi tubi perfetti di forma quadrata hanno una superficie che funziona proprio come uno specchio. Inoltre, ognuna di queste cellule è sita secondo un allineamento geometrico preciso, in modo che tutte facciano convergere la luce su un singolo punto.
È ovvio che il progetto dell’occhio dell’aragosta rappresenta un grande problema per la teoria dell’evoluzione. La cosa più importante è che illustra il concetto di “complessità irriducibile”. Se anche una sola delle sue caratteristiche – come le sfaccettature dell’occhio, che sono quadrati perfetti, i lati riflessi di ogni unità, o la retina nella parte posteriore – fosse eliminata, l’occhio non potrebbe mai funzionare. Perciò, è impossibile sostenere che tale occhio si sia evoluto passo dopo passo. È scientificamente ingiustificabile argomentare che un progetto perfetto come questo possa essersi creato casualmente. È assolutamente chiaro che l’occhio dell’aragosta è stato creato, come sistema miracoloso.
Si possono trovare ulteriori tratti dell’occhio dell’aragosta che rendono nulle le affermazioni degli evoluzionisti. Un fatto interessante emerge quando si osservano creature con strutture oculari simili. L’occhio riflettente, quello dell’aragosta ne è un esempio, si trova solo in un gruppo di crostacei, i cosiddetti decapodi dal corpo allungato. Questa famiglia comprende aragoste, scampi e gamberetti.
Gli altri membri della classe dei crostacei mostrano la “struttura oculare a rifrazione”, che funziona secondo principi completamente diversi da quelli della struttura a riflessione. Qui, l’occhio è costituito da centinaia di cellule a nido d’ape. A differenza delle cellule quadrate dell’occhio dell’aragosta, queste cellule sono esagonali o rotonde. Inoltre, invece di riflettere la luce, le piccole lenti presenti nelle cellule rinfrangono la luce verso il fuoco della retina.
La maggioranza dei crostacei hanno la struttura oculare a rifrazione. Al contrario, solo un gruppo di crostacei, vale a dire i decapodi dal corpo allungato, hanno occhi a riflessione. Secondo gli assunti evoluzionisti, tutte le creature all’interno della classe Crustacea dovrebbero essersi evolute da uno stesso antenato. Perciò, gli evoluzionisti affermano che l’occhio a riflessione deve essersi evoluto da un occhio a rifrazione, che è molto più comune tra i crostacei e risulta da un progetto essenzialmente più semplice.
Una transizione di tal genere, però, è impossibile, perché entrambe le strutture oculari funzionano perfettamente all’interno dei loro propri sistemi e non lasciano posto a nessuna fase “di transizione”. Un crostaceo rimarrebbe cieco e sarebbe eliminato dalla selezione naturale se la lente a rifrazione del suo occhio dovesse recedere ed essere sostituita da superfici riflettenti a specchio.
È, perciò, certo che le due strutture oculari sono state progettate e create separatemente. In questi occhi c’è una precisione geometrica così grandiosa che accarezzare l'idea che una “coincidenza” sia possibile è semplicemente ridicolo. Proprio come gli altri miracoli della creazione, la struttura dell’occhio dell’aragosta è una chiara attestazione del potere illimitato del Creatore di creare in maniera perfetta. Ciò non è altro che una manifestazione della conoscenza, della saggezza e del potere infiniti di Allah. Possiamo imbatterci in miracoli come questi indipendentemente da ciò che prendiamo in esame nel mondo della creazione.

Il disegno intelligente, in altre parole la Creazione

Per creare, Allah non ha bisogno di progettare

È importante che il termine “progetto” sia compreso correttamente. Che Allah abbia creato un progetto perfetto non significa che Egli abbia prima fatto un piano e poi lo abbia seguito. Allah, il Signore della Terra e dei Cieli, non ha bisogno di “progetti” per creare. Allah si innalza al di sopra di tutti questi limiti. La Sua pianificazione e la Sua creazione avvengono nello stesso istante.
Ogni volta che Allah desidera che qualcosa si verifichi, è sufficiente per Lui dire “Sia!”
Come ci viene detto nei versetti del Corano:
Il Suo comando quando desidera una cosa è solo dire a essa “Sii!”, ed essa è. (Sura Ya Sin: 82)
[Allah è] il Creatore dei cieli e della terra. Quando Egli decide qualcosa, Egli dice a essa solo “Sii!” ed essa è. (Sura al-Baqara: 117)

Notes

1.Charles Darwin, The Origin of Species, VI edizione, New York: Macmillan Publishing Co., 1927, p. 179 (L'origine delle specie, Torino, Bollati Boringhieri, 2006)
2.J.R.P. Angel, "Lobster Eyes as X-ray Telescopes" (Gli occhi dell'aragosta come telescopi a raggi X), Astrophysical Journal, 1979, 233:364-373, citato in Michael Denton, Nature's Destiny (Il destino della natura), The Free Press, 1998, p. 354
3.Michael F. Land, "Superposition Images Are Formed by Reflection in the Eyes of Some Oceanic Decapod Crustacea" (Nell'occhio di alcuni crostacei decapodi oceanici la riflessione forma immagini di sovrapposizione), Nature, 28 ottobre 1976, Volume 263, pgg. 764-765.

Capitolo 1 Il Progetto Miracoloso del Volo degli Insetti

Capitolo 1
Il Progetto Miracoloso del Volo degli Insetti

Quando si considera l'argomento del volo, vengono subito alla mente gli uccelli. Gli uccelli, però, non sono le sole creature in grado di volare. Molte specie di insetti sono provviste di potenzialità di volo superiori a quelle degli uccelli. La farfalla Monarca può volare dal Nord America all'entroterra dell'America continentale. Le mosche e le libellule possono rimanere sospese in aria.
Gli evoluzionisti affermano che gli insetti hanno iniziato a volare 300 milioni di anni fa. Eppure non sono in grado di fornire alcuna risposta definitiva a domande fondamentali come: in che modo il primo insetto sviluppò le ali, prese il volo o si mantenne sospeso in aria?
Gli evoluzionisti affermano semplicemente che alcuni strati della pelle del corpo probabilmente possono essersi trasformati in ali. Consapevoli dell'inconsistenza di ciò che affermano, dichiarano anche che gli esemplari fossili necessari a verificare questa asserzione non sono ancora disponibili.
Egli è Allah, il Creatore, il Plasmatore, il Forgiatore. A Lui [appartengono] i Nomi più Belli. Ogni cosa in cielo e in terra Lo glorifica. Egli è l'Onnipotente, il Saggio.
(Sura al-Hashr: 24)
bee
Ma il disegno perfetto delle ali degli insetti non lascia spazio alle coincidenze. In un articolo dal titolo "The Mechanical Design of Insect Wings" ("Il progetto meccanico delle ali degli insetti"), il biologo inglese Robin Wootton scrive:
Meglio comprendiamo il funzionamento delle ali degli insetti, più ingegnoso e bello ci appare il loro disegno… Le strutture sono tradizionalmente progettate in modo da deformarsi il meno possibile; i meccanismi sono progettati in modo da muovere le parti componenti in maniera prevedibile. Le ali degli insetti combinano questi due aspetti in uno, utilizzando componenti con un ampio raggio di proprietà elastiche, assemblate con eleganza per permettere deformazioni adeguate in risposta a forze adeguate e per fare il miglior uso possibile dell'aria. Hanno pochi, se ce ne sono, paralleli tecnologici – per ora.4
D'altro canto, non c'è una singola prova fossile della fantastica evoluzione degli insetti. Questo è ciò cui faceva riferimento il famoso zoologo francese Pierre Paul Grassé quando dichiarò, "Siamo nell'oscurità per quanto riguarda l'origine degli insetti".5 Esaminiamo ora alcune delle interessanti caratteristiche di queste creature che lasciano gli evoluzionisti nella completa oscurità.
Nature photographer Gilles Martin dragonflies observation.
Il fotografo naturalistico Gilles Martin mentre osserva delle libellule

L'ispirazione per l'elicottero: la libellula

Le ali della libellula non possono piegarsi verso la parte posteriore del corpo. Inoltre, il modo in cui i muscoli preposti al volo sono utilizzati per il movimento delle ali differisce da quello degli altri insetti. A causa di queste proprietà, gli evoluzionisti affermano che le libellule sono "insetti primitivi".
Al contrario, il sistema di volo di questi cosiddetti "insetti primitivi" non è niente di meno che una meraviglia della progettazione. Il principale produttore di elicotteri al mondo, Sikorsky, finì il progetto di uno dei suoi elicotteri prendendo a modello la libellula.6 L'IBM, che collaborò con Sikorsky per questo progetto, iniziò inserendo un modello di libellula in un computer (IBM 3081). Furono eseguite al computer duemila versioni, alla luce delle evoluzioni della libellula in aria. Perciò, il modello di Sikorsky per il trasporto di soldati e artiglieria fu costruito secondo esempi derivati dalle libellule.
Sikorsky - dragonfly
Gli elicotteri Sikorsky furono progettati imitando il perfetto progetto e l'abilità di manovra di una libellula
Gilles Martin, un fotografo naturalistico, ha esaminato le libellule in una ricerca durata due anni, e anch'egli ha concluso che queste creature hanno un meccanismo di volo estremamente complesso.
Il corpo di una libellula sembra una struttura a elica ricoperta di metallo. Due ali sono incrociate su un corpo che esibisce una gradazione di colore che va dal blu ghiaccio al porpora. A causa di questa struttura, la libellula possiede una magnifica manovrabilità. Non importa a quale velocità o in quale direzione si stia muovendo, essa può fermarsi di colpo e iniziare a volare nella direzione opposta. Oppure, può rimanere sospesa in aria allo scopo di cacciare. Da questa posizione, può muoversi piuttosto rapidamente verso la sua preda. Può accelerare fino a una velocità piuttosto sorpendente per un insetto: 25 miglia orarie (40 km/h), che è la stessa di un atleta che corre i 100 metri alle Olimpiadi a 24,4 miglia orarie (39km/h).
A tale velocità entra in collisione con la sua preda. Lo shock dell'impatto è molto forte. Ma la corazza della libellula è molto resistente e molto elastica. La struttura elastica del suo corpo assorbe l'impatto della collisione. Lo stesso, però, non si può dire della sua preda. La preda della libellula perde i sensi o resta addirittura uccisa dall'impatto.
In seguito alla collisione, le zampe posteriori della libellula assumono il ruolo di armi letali. Le zampe si stendono in avanti e catturano la preda sotto shock, che viene poi rapidamente smembrata e distrutta da potenti mandibole.
La vista della libellula colpisce quanto la sua capacità di eseguire evoluzioni improvvise ad alta velocità. L'occhio della libellula è considerato come uno dei migliori esempi tra tutti gli insetti. Essa ha un paio di occhi, ognuno dei quali è dotato approssimativamente di trentamila lenti diverse. Due occhi semisferici, ognuno grande quasi quanto la metà della testa, forniscono all'insetto un campo visivo molto ampio. Grazie a questi occhi, la libellula può quasi controllare ciò che avviene dietro di lei.
Dragonfly eyes
L'occhio della libellula è considerato la struttura oculare più complessa nel mondo degli insetti. Ciascun occhio contiene circa trentamila lenti. Essi occupano quasi metà della superficie della testa e danno all'insetto un ampissimo campo visivo grazie al quale può quasi guardarsi alle spalle. Le ali della libellula sono frutto di un progetto così perfetto che rendono ridicola ogni idea che il caso abbia avuto a che fare con la loro origine. La membrana aerodinamica delle ali e ogni singolo poro sulla membrana sono il risultato diretto di un progetto e di un calcolo.
Perciò, la libellula è un insieme di sistemi, ognuno dei quali ha una struttura unica e perfetta. Qualunque malfunzionamento in qualunque di questi sistemi farebbe deragliare anche gli altri sistemi. Tutti questi sistemi, però, sono creati senza difetto alcuno e, quindi, la creatura continua a vivere.
the dragonfly wings
La figura qui sopra mostra il movimento delle ali di una libellula durante il volo. Le ali anteriori mostrano dei puntini rossi. Ad un esame ravvicinato, si vede che le coppie di ali, anteriori e posteriori, vengono battute con un ritmo diverso, fatto che dà all'insetto una superba tecnica di volo. Il movimento delle ali è reso possibile da speciali muscoli che funzionano in modo armonico.

Le ali della libellula

La caratteristica più significativa della libellula sono le sue ali. Non è possibile, però, spiegare attraverso un modello di evoluzione progressiva il meccanismo di volo che rende possibile l'uso delle ali. Per prima cosa, la teoria dell'evoluzione non è in grado di spiegare l'origine delle ali, perché queste potevano funzionare solo essendosi sviluppate subito in modo completo, per poter agire correttamente.
dragonfly fossil
Un fossile di libellula di 250 milioni di anni e una libellula moderna
Supponiamo, per un momento, che i geni di un insetto che vive per terra subiscano una mutazione e che alcune parti del tessuto epiteliale del corpo mostrino un cambiamento non definito. Sarebbe piuttosto irragionevole suggerire che un'altra mutazione in aggiunta a tale cambiamento possa "per pura coincidenza" sommarvisi a formare un'ala. Inoltre, le mutazioni del corpo non fornirebbero all'insetto un'ala intera né gli sarebbero di alcun beneficio, ma ne diminuirebbero la mobilità. L'insetto, allora, dovrebbe portare un carico ulteriore, che non servirebbe a nessuno scopo reale. Ciò metterebbe l'insetto in una situazione di svantaggio rispetto ai rivali. In più, secondo il principio fondamentale della teoria dell'evoluzione, la selezione naturale avrebbe fatto estinguere questo insetto menomato e i suoi discendenti.
Inoltre le mutazioni avvengono molto raramente. Fanno sempre del male alle creature, portando a malattie mortali nella maggior parte dei casi. Questo è il motivo per cui è impossibile che piccole mutazioni abbiano fatto evolvere alcune formazioni sul corpo di una libellula in un meccanismo di volo. Detto ciò, chiediamoci: anche se supponessimo, contro ogni evidenza, che la favola suggerita dagli evoluzionisti sia vera, perché i fossili della "libellula primitiva", che darebbero consistenza a questa favola, non esistono?
Non c'è differenza tra i fossili più antichi di libellula e le libellule di oggi. Non ci sono resti di "una mezza libellula" o di una "libellula con ali appena emergenti" che risalgano a un periodo anteriore a quello dei fossili più antichi.
chitina
La chitina che avvolge il corpo degli insetti è sufficientemente resistente per fungere da scheletro. In questo insetto ha un coloro che attira lo sguardo.
Proprio come tutte le altre forme di vita, anche la libellula è apparsa all'improvviso e non è cambiata fino a oggi. In altre parole, è stata creata da Allah e non si è mai "evoluta".
L'ossatura degli insetti è fatta di una resistente sostanza protettiva, chiamata chitina. Tale sostanza è stata creata con forza sufficiente a formare l'esoscheletro. È anche sufficientemente flessibile perché i muscoli utilizzati per il volo la muovano. La ali possono muoversi avanti e indietro o su e giù. Questo movimento delle ali è facilitato da una complessa struttura articolare. La libellula ha due paia d'ali, uno in posizione anteriore rispetto all'altro. Le ali operano in modo asincrono. Cioè, mentre la due ali anteriori vanno verso l'alto, il paio di ali posteriori va verso il basso. Due gruppi di muscoli opposti muovono le ali. I muscoli sono legati a delle leve dentro il corpo. Mentre un gruppo di muscoli solleva una delle due paia di ali contraendosi, l'altro gruppo di muscoli apre l'altro paio flettendosi. Gli elicotteri vanno in alto e in basso con una tecnica simile. Ciò permette a una libellula di rimanere sospesa, andare indietro, o cambiare velocemente direzione.

La metamorfosi della libellula

metamorphosis of a dragonfly
La femmina della libellula non si accoppia una seconda volta dopo la fecondazione. Ciò, però, non crea alcun problema ai maschi della specie Calopteryx Virgo. Utilizzando gli uncini sulla coda, il maschio afferra la femmina per il collo (1). La femmina avvolge le zampe attorno alla coda del maschio. Il maschio, utilizzando una particolare estensione della sua coda (2), elimina ogni possibile traccia di sperma lasciata da un altro maschio. Poi, introduce il suo sperma nella cavità riproduttiva della femmina. Poiché questo processo dura ore, a volte volano in questa posizione, stretti l'uno all'altra. La libellula depone le uova mature nelle secche di un lago o di uno stagno (3). Una volta che la ninfa esce dall'uovo, vive in acqua per un periodo cha va dai tre ai quattro anni (4). In questo periodo, si nutre anche in acqua. Per questo è stata creata con un corpo in grado di nuotare abbastanza velocemente da catturare un pesce e un apparato boccale sufficientemente potente da smembrare la preda. Con la crescita, la pelle che avvolge il corpo della ninfa si tende. Essa perde questa pelle in quattro momenti diversi. Quando giunge il momento del cambiamento finale, essa lascia l'acqua e inizia ad arrampicarsi su una pianta alta o su una roccia (6). Continua a salire finché le sue zampe non cedono. Poi, si fissa con l'aiuto delle tenaglie cha ha all'estremità delle zampe. Scivolare e cadere a questo punto significa la morte.
Quest'ultima fase è diversa dalle quattro precedenti perché Allah plasma la ninfa in modo stupefacente trasformandola in una creatura volante.
metamorphosis of a dragonfly
La parte posteriore della ninfa si incrina per prima (7). L'incrinatura si allarga e diventa un'apertura attraverso la quale una nuova creatura, completamente diversa dalla precedente, si dibatte per uscire. Questo corpo estremamente fragile è ancora attaccato al corpo della creatura che era da filamenti che si allungano da esso (8). Questi filamenti sono creati in modo da avere trasparenza e flessibilità ideali. Altrimenti si romperebbero e non sarebbero in grado di sostenere la larva, e ciò significherebbe che questa potrebbe cadere in acqua e perire.
In aggiunta, c'è una serie di meccanismi particolari che permettono alla libellula di cambiare pelle. Il corpo della libellula si rattrappisce e si raggrinzisce all'interno del suo vecchio corpo. Per poter "aprire" questo corpo, vengono creati uno speciale sistema a pompa e un liquido speciale che vengono usati in questo passaggio. Le parti raggrinzite dell'insetto vengono come rigonfiate grazie al liquido che vi viene pompato dentro dopo che l'insetto è passato attraverso l'apertura (9). Nel contempo, dei solventi chimici cominciano a rompere i filamenti che tengono unite le vecchie zampe a quelle nuove, senza causare danni. Questo processo avviene in maniera perfetta anche se basterebbe che una sola zampa rimanesse attaccata perché il risultato fosse devastante. Passano circa venti minuti durante i quali le zampe si asciugano e si rinforzano prima di essere collaudate.
Le ali sono già perfettamente sviluppate ma ancora ripiegate. Il fluido corporeo viene pompato grazie a forti contrazioni del corpo dentro i tessuti delle ali (10). Dopo che si sono distese, le ali restano ferme ad asciugarsi (11).
Dopo aver abbandonato il vecchio corpo ed essersi perfettamente asciugata, la libellula collauda tutte le zampe e le ali. Piega e distende le zampe una a una e alza e abbassa le ali.
Infine, l'insetto raggiunge la forma progettata per il volo. È molto difficile per chiunque credere che questa perfetta creatura volante sia la stessa creatura in forma di bruco che ha lasciato l'acqua (12). La libellula espelle il fluido in eccesso per bilanciare il sistema. La metamorfosi è completa e l'insetto è pronto a volare.
Ancora una volta ci si trova di fronte all'assurdità delle affermazioni dell'evoluzionismo nel momento in cui si cerca di trovare l'origine di questa trasformazione miracolosa con l'aiuto della ragione. La teoria dell'evoluzione sostiene che tutte le creature si sono affermate grazie a una serie di cambiamenti casuali. Eppure, la metamorfosi di una libellula è un processo estremamente intricato che non lascia spazio al benché minimo errore in nessuna fase. Anche il più insignificante ostacolo in un momento qualunque delle fasi della metamorfosi la renderebbe incompleta, causando il ferimento o la morte della libellula. In verità, la metamorfosi è un ciclo di una "complessità irriducibile" e, dunque, la prova esplicita dell'esistenza di un progetto.
In breve, la metamorfosi della libellula è una delle innumerevoli prove del modo perfetto con cui Allah crea gli esseri viventi. La meravigliosa maestria di Allah si manifesta perfino in un insetto.

La meccanica del volo

Les Mécanismes Du Vol
 
A
Wings down
 
Wings down
 
Wings
up
 
Wings
up
 
Muscles relax from front to back
 
Muscles relax lengthways
 
Wings down
B
 
Wings down
 
Joint mechanis ms
 
Main muscles
lift the
wings
 
Main muscles lower the wings
Il sistema alare a doppio bilanciamento
Le ali delle mosche vengono fatte vibrare per mezzo di segnali elettrici trasportati dai nervi. In una cavalletta, per esempio, ciascuno di questi segnali nervosi è il risultato di una contrazione del muscolo che a sua volta fa muovere l'ala. Due fasci muscolari opposti, conosciuti come "elevatori" e "depressori", permettono alle ali di muoversi verso l'alto e verso il basso contraendosi in direzioni opposte.
Le cavallette sbattono le ali dalle dodici alle quindici volte al secondo, ma gli insetti più piccoli hanno bisogno di una frequenza maggiore per poter volare. Per esempio, mentre api domestiche, vespe e mosche battono le ali dalle 200 alle 400 volte al secondo, questa frequenza sale fino a 100 per i pappataci e per alcuni parassiti lunghi circa 1 mm.7 Un'altra prova esplicita della creazione perfetta è una creatura di 1 mm che è in grado di battere le ali alla frequenza straordinaria di 1000 battiti al secondo senza che ciò bruci, dilani o esaurisca l'insetto.
Quando esaminiamo queste creature più da vicino la nostra ammirazione per il progetto che le ha create si moltiplica.
Si è detto che le loro ali vengono attivate da segnali elettrici trasportati dai nervi. Eppure una cellula nervosa è in grado di trasmettere al massimo 200 segnali al secondo. Ma allora, come è possibile che questi minuscoli insetti volanti battano le ali con una frequenza di 1000 battiti al secondo?
Le mosche che battono le ali 200 volte al secondo hanno un rapporto nervo-muscolo diverso da quello delle cavallette. Viene trasmesso soltanto un segnale ogni dieci battiti d'ala. Inoltre, i muscoli, conosciuti come muscoli fibrosi, funzionano diversamente da quelli della cavalletta. I segnali nervosi allertano semplicemente i muscoli in preparazione al volo, e quando raggiungono un certo livello di tensione si rilassano.
Nelle mosche, nelle api domestiche e nelle vespe c'è un sistema che trasforma i battiti delle ali in movimenti "automatici". In questi insetti, i muscoli che permettono il volo non sono attaccati direttamente alle ossa del corpo. Le ali sono attaccate al petto con un'articolazione che funziona da perno. I muscoli che muovono le ali sono collegati alla superficie inferiore e a quella superiore del petto. Quando questi muscoli si contraggono, il petto si muove nella direzione opposta e questo movimento, a sua volta, crea una spinta verso il basso.
Rilassare un fascio di muscoli fa automaticamente contrarre un fascio di muscoli opposto, e ciò è seguito da un rilassamento. In altre parole, questo è un "sistema automatico". In questo modo, i movimenti muscolari continuano senza interruzione finché non viene inviato un segnale opposto attraverso i nervi che controllano il sistema.8
SISTEMA ALARE A DOPPIO BILANCIAMENTO
fly system
(a) secondo pezzo di chitina
(b) tessuto adiacente
(c) Superficie laterale del petto
(d) Strato protettivo (guscio)
(e) Muscoli laterali in flessione
(f) Sezione interna
(g) Ala
Alcune mosche battono le ali fino a mille volte al secondo. Per facilitare questo straordinario movimento, è stato creato un sistema molto speciale. Invece di muovere direttamemnte le ali, i muscoli attivano un tessuto speciale a cui sono attaccate le ali per mezzo di un'articolazione simile a un perno. Questo tessuto speciale permette all'ala di battere molte volte con un singolo colpo.
Un meccanismo di volo di questo tipo può essere paragonato a quello di un orologio che funziona con una carica a molla. Le parti sono posizionate in maniera così strategica che un unico movimento mette subito in moto le ali. È impossibile non vedere un progetto senza difetti in questo esempio. La creazione perfetta di Allah è evidente.

Il sistema che sta dietro alla forza di propulsione

Encarsia
Una Encarsia
Non basta che le ali battano verso l'alto e verso il basso per mantenere un volo sicuro. Le ali devono cambiare angolatura a ogni battito per creare una forza propulsiva in avanti oltre che verso l'alto. Le ali hanno una certa flessibilità di rotazione a seconda del tipo di insetto. Questa flessibilità viene procurata dai muscoli principali preposti al volo, che producono anche l'energia necessaria per il volo.
Per esempio, quando l'insetto sale verso l'alto, questi muscoli che si trovano tra le articolazioni delle ali si contraggono ulteriormente per aumentare l'angolo dell'ala. Degli esami condotti utilizzando delle tecniche di registrazione filmata ad alta velocità hanno rivelato che, durante il volo, le ali seguivano un percorso ellittico. In altre parole, la mosca non muove le ali verso l'alto e verso il basso ma seguendo un movimento circolare come quello che si fa con i remi di una barca in acqua. Questo movimento è reso possibile dai fasci muscolari principali.
Il problema maggiore che incontrano gli insetti dal corpo piccolo è quello dell'inerzia, che raggiunge livelli significativi. L'aria si comporta come se fosse incollata alle ali di questi piccoli insetti e riduce enormemente l'efficienza delle ali.
Quindi alcuni insetti, le cui ali non superano il millimetro, devono battere le ali 1000 volte al secondo per superare l'inerzia.
I ricercatori pensano che neppure questa velocità sia sufficiente, da sola, a sollevare l'insetto e che, perciò, essi debbano usare anche altri sistemi.
Un esempio è quello di alcuni piccoli parassiti, gli Encarsia, che usano un metodo chiamato "batti e stacca". Con questo metodo le ali vengono sbattute una contro l'altra nel battito verso l'alto e poi staccate. I margini anteriori delle ali, dove è situata una vena dura, si separano per primi, lasciando entrare un flusso d'aria nella zona pressurizzata che si trova in mezzo. Questo flusso crea un vortice che aiuta la forza ascendendente delle ali che battono.9
C'è un altro sistema speciale creato per permettere agli insetti di mantenere una posizione stabile in aria. Alcune mosche hanno un solo paio di ali e organi di forma arrotondata sul dorso, chiamati clave. Le clave battono come un'ala normale durante il volo ma non producono alcun innalzamento, come invece fanno le ali. Le clave si muovono quando cambia la direzione del volo ed evitano che l'insetto perda la direzione. Questo sistema assomiglia al giroscopio usato per la navigazione dei moderni aeroplani.10

Il particolare sistema respiratorio degli insetti

Le mosche volano a una velocità estremamenmte alta se paragonata alle loro dimensioni. Le libellule riescono a muoversi a una velocità pari a 25 miglia orarie (40 km/h). Persino insetti di dimensioni inferiori riescono a raggiungere le 31 miglia orarie (50 km/h). Queste velocità sono equivalenti a quelle di un uomo che viaggiasse alla velocità di migliaia di miglia orarie. Ma gli esseri umani possono raggiungere queste velocità solo usando degli aviogetti. Ma se paragoniamo le dimensioni di un aviogetto a quelle di un essere umano, diventa subito chiaro che le mosche, in realtà, volano a una velocità assai superiore a quella degli aviogetti.
garbage flies
Le mosche della polvere hanno bisogno di grandi quantità di energia per mantenere il ritmo di 1000 battiti al secondo. Questa energia viene trovata nei nutrienti ricchi di carboidrati che raccolgono nei fiori. Per via delle strisce gialle e nere e delaa loro somiglianza alle api, queste mosche riescono a evitare l'attenzione di molti predatori.
mouche
(1) Disco girevole
(2) La struttura che si muove attorno al disco
(3) Velivolo inclinato
(4) L'intelaiatur a segue il movimento dell'aeropla no
(5) La posizione del disco rimane inalterata
(6) Linee che rappresentano le ali di un velivolo
(7) Volo orizzontale
(8) Il velivolo è
(9) inclinato a sinistra
Una mosca è cento miliardi di volte più piccola di un aereo. Cionondimeno è dotata di un sistema complesso che funziona proprio come un giroscopio e un livellatore orizzontale, che sono di vitale importanza per il volo. La capacità di manovra e la tecnica di volo sono invece assai superiori a quelle di un aeroplano.
Gli aerei a reazione usano carburanti speciali per alimentare i loro motori ad alta velocità. Anche il volo delle mosche richiede elevati levelli di energia. C'è anche bisogno di grandi volumi di ossigeno per bruciare questa energia. Il bisogno di grandi quantità di ossigeno viene soddisfatto da uno straordinario sistema respiratorio situato nei corpi delle mosche e di altri insetti.
Il loro sistema respiratorio funziona in modo assai diverso dal nostro. Noi immettiamo aria nei polmoni. Qui, l'ossigeno si mescola al sangue e viene poi da questo trasportato a tutte le parti del corpo. Il bisogno di ossigeno della mosca è così elevato che non c'è il tempo di aspettare che il sangue porti l'ossigeno alle cellule del corpo. Per affrontare e risolvere questo problema c'è un sistema molto particolare. I condotti dell'aria nel corpo dell'insetto trasportano l'aria alle diverse parti del corpo della mosca. Proprio come avviene con l'apparato circolatorio, c'è un sistema intricato e complesso di rami (chiamato sistema tracheale) che trasporta aria ricca di ossigeno a tutte le cellule del corpo.
plane, abeilles
(1) L'ALA PIEGHEVOLE DELL'APE DOMESTICA
(2) Pezzo ausiliario di chitina
(3) Posizione piegata
Molti insetti sono in grado di ripiegare le ali. Quando sono ripiegate, le ali vengono manovrate facilmente con l'aiuto di parti ausiliarie che si trovano sulla punta. L'Aeronautica americana ha prodotto il velivolo E6B Intruder le cui ali possono essere piegate, trendo ispirazione da questo esempio. Ma, mentre l'ape e la mosca riescono a ripiegare completamente le ali su se stesse, E6B può ripiegare una metà ala sull'altra.
Resilina
L'articolazione dell'ala è formata da una speciale proteina, chiamata resilina, che ha una straordinaria flessibilità. In laboratorio, gli ingegneri chimici stanno lavorando per riprodurre questa sostanza chimica che mostra proprietà di gran lunga superiori alla gomma naturale o artificiale. La resilina è una sostanza in grado di assorbire la forza che viene applicata su di essa ma anche di rilasciare la stessa quantità di energia, una volta che la forza viene tolta. Da questo punto di vista, l'efficienza della resilina raggiunge il 96%, che è un valore molto alto. In questo modo, circa l'85% dell'energia usata per sollevare l'ala viene immagazzinato e riusato quando la si abbassa.11 Anche le pareti e i muscoli del petto sono costruiti per favorire questo fenomeno.
Grazie a questo sistema, le cellule che compongono i muscoli preposti al volo prendono l'ossigeno direttamente da questi rami. Questo sistema permette anche di raffreddare i muscoli che lavorano al ritmo elevato di 1000 cicli al secondo.
È evidente che questo sistema è un esempio della creazione. Nessun processo casuale può spiegare un progetto così complesso. È altrettanto impossibile che questo sistema si sia sviluppato in fasi differenti come ci viene suggerito dall'evoluzionismo. Se il sistema tracheale non è perfettamente funzionale, nessuno stadio intermedio potrebbe recare vantaggio alla creatura ma, al contrario, la danneggerebbe rendendo il sistema respiratorio non-funzionale.
jet
(giusto) La figura, che indica il percorso compiuto da un'ape dentro un cubo di vetro, mostra come l'ape sia riuscita a volare in tutte le direzioni, comprese quelle versol'alto e verso il basso, nell'atterraggio e nel decollo.
(a sinistra) La figura a sinistra mostra la capacità di manovra di tre velivoli che sono considerati i migliori della propria categoria. Ma sia api che mosche sono in grado di cambiare improvvisament e direzione, senza ridurre la velocità. Questo esempio dimostra chiaramente quanto sia modesta la tecnologia degli aerei a reazione a confronto di quella di api e mosche.
Tutti i sistemi che abbiamo esplorato fino a ora dimostrano invariabilmente che esiste uno straordinario progetto anche per creature insignificanti come le mosche. Ogni singola mosca è un miracolo che testimonia del progetto perfetto nella creazione di Allah. Al contrario, il "processo evolutivo" sposato dal darwinismo è ben lontano dallo spiegare come si è sviluppato anche uno solo dei sistemi di una mosca.
grasshopper
1- Cellula epiteliale, 2- O23- CO24- Trachea, 5- Tracheole 6- Muscolo

C'è un sistema straordinario, creato nei corpi delle mosche e di altri insetti, per soddisfare il bisogno di un elevato rifornimento di ossigeno: l'aria, proprio come avviene per la circolazione sanguigna, viene portata direttamente ai tessuti attraverso tubi speciali.
Sopra si vede un esempio di questo sistema nella cavalletta:
A) la trachea di una cavalletta ripresa da un microscopio elettronico. Attorno alle pareti della trachea c'è un rinforzo a spirale simile a quello del tubo di un aspirapolvere.
B) Ogni tubo trasporta ossigeno alle cellule del corpo dell'insetto e porta via l'anidride carbonica.
Nel Corano, Allah invita tutti gli esseri umani a considerare questo fatto:
O uomini, vi è proposta una metafora, ascoltatela attentamente. Coloro che invocate all'infuori di Allah non potrebbero creare neppure una mosca, neanche se si unissero a tal fine; e se la mosca li depredasse di qualcosa, non avrebbero modo di riprendersela. Quanta debolezza in colui che sollecita e in colui che viene
"…ESSI NON POTREBBERO CREARE NEPPURE UNA MOSCA…"
Persino una mosca è superiore a tutti i congegni tecnologici che l'umanità ha prodotto. Inoltre, essa è un "essere vivente". Aeroplani ed elicotteri servono per un periodo di tempo limitato, dopo di che vengono abbandonati e lasciati arrugginire. La mosca, invece, produce discendenti uguali a lei.
"O uomini, vi è proposta una metafora, ascoltatela attentamente. Coloro che invocate all'infuori di Allah non potrebbero creare neppure una mosca, neanche se si unissero a tal fine… Non considerano Allah nella Sua vera realtà. Allah è Possente, Onnipotente." (Sura al-Hajj: 73-74)
fly

fly's head
La mosca comune usa il labello dell'apparato boccale per "testare la qualità" del cibo prima di nutrirsi. A differenza di molte altre creature, la mosca digerisce il cibo all'esterno. Applica al cibo un liquido solvente, questo liquido scioglie il cibo che diventa un liquido che la mosca può succhiare. Poi, la mosca attira i liquidi con i labelli che delicatamente applicano i liquidi sula proboscide.
Una mosca riesce a muoversi facilmente anche sulle superfici più scivolose o a restarsene ferma sul soffitto per ore. Le zampe sono equipaggiate meglio dei piedi di uno scalatore per far presa su vetro, pareti e soffitti. Se non bastano le pinze retraibili, le ventose sulle zampe la fanno aderire alla superficie. La forza della presa viene aumentata dall'applicazione di un liquido speciale.

fly eye wing
L'occhio della mosca comune è composto da 6000 strutture oculari sistemate in modo esagonale, chiamate ommatidi. Poiché ciascun ommatidio è rivolto in una direzione diversa, vale a dire in avanti, indietro, verso il basso, verso l'alto e in tutte le direzioni, la mosca riesce a vedere dovunque. In altre parole, può percepire qualunque cosa all'interno di un campo visivo di 360 gradi. Otto neurono fotoricettori (cioè che ricevono la luce) sono collegati a ciascuna di queste unità, quindi il numero totale di cellule sensoriali in un occhio è circa 48.000. È per questo che riesce a elaborare fino a cento immagini al secondo.
Il progetto delle sue ali dà alla mosca abilità di volo superiori. I bordi, le superfici e le vene di queste ali sono ricoperti da ciglia sensoriali estremamente sensibili che permettono alla mosca di individuare un flusso d'aria e pressioni meccaniche.

fly
Il volo di una mosca comune è un fenomeno estremamente complesso. Per prima cosa, la mosca ispeziona meticolosamente tutti gli organi che dovrà usare per la navigazione. Poi prende posizione, pronta per il volo, mettendo a punto gli organi di bilanciamento anteriori. Infine calcola l'angolo di decollo, che dipende dalla direzione e dalla velocità del vento, usando i sensori sulle antenne. Poi prende il volo. Ma tutto ciò accade in un centesimo di secondo. Una volta in volo, può accellerare rapidamente e raggiungere una velocità di 6 miglia orarie (10 km/h).

Per questo potremmo ben soprannominarla "la signora del volo acrobatico". Riesce a compiere straordinari zigzag in aria. Può decollare in verticale dal punto dove si trova. Per quanto scivolosa o poco invitante possa essere la superficie su cui deve atterrare, può farlo con successo, sempre.
Un altro aspetto di questa magica signora del volo è la sua abilità di atterrare sul soffitto. A causa della gravità, non dovrebbe riuscire a restarci attaccata ma dovrebbe cadere. Invece, è stata creata con dei sistemi che rendono possibile l'impossibile. All'estremità delle zampe ci sono delle minuscole ventose. Inoltre, quando toccano una superficie, da queste ventose trasuda un liquido appiccicoso. Questo liquido appiccicoso permette alla mosca di restare attaccata al soffitto. Mentre si sta avvicinando al soffitto, la mosca allunga le zampe in avanti e afferra la superficie del soffitto. La mosca comune ha due ali. Queste, che per metà sono fuse nel corpo e sono costituite da una membrana molto sottile intersecata di vene, possono essere manovrate indipendentemente l'una dall'altra. Ma durante il volo si muovono avanti e indietro su un singolo asse come accade negli aeroplani con una singola ala. I muscoli che permettono il movimento delle ali si contraggono al momento del decollo e si rilassano al momento dell'atterraggio. Anche se, all'inizio del volo, sono controllati dai nervi, questi muscoli e i movimenti delle ali diventano automatici dopo un po'.
I sensori sotto le ali e dietro la testa inviano immediatamente al cervello le informazioni sul volo. Allora i muscoli cominciano a guidare le ali in base alla nuova situazione. È così che una mosca può accorgersi di un altro insetto che sta provocando un altro flusso d'aria e riesce a sfuggirgli e a mettersi in salvo quasi sempre. La mosca comune muove le ali centinaia di volte al secondo. L'energia spesa durante il volo è all'incirca cento volte superiore a quella spesa durante il riposo. Da questo punto di vista, possiamo dire che si tratta di una creatura molto forte perché il metabolismo umano, in situazioni di emergenza, può consumare solo dieci volte la quantità di energia che consuma durante il ritmo normale della vita. Inoltre, un essere umano può sopportare questo dispendio di energia al massimo per pochi minuti. Invece la mosca comune può sopportare quel ritmo per più di mezz'ora e può spostarsi per un miglio alla stessa velocità.12

Notes

4. Robin J. Wootton, "The Mechanical Design of Insect Wings" (Il progetto meccanico delle ali d'insetto), Scientific American, Volume 263, novembre 1990, p. 120.
5. Pierre Paul Grassé, Evolution of Living Organisms, New York, Academic Press, 1977, p.30 (L'evoluzione del vivente, Milano, Adelphi, 1979)
6. "Exploring The Evolution of Vertical Flight at The Speed of Light" (Esplorare l'evoluzione del volo in verticale alla velocità della luce), Discover, ottobre 1984, pgg. 44-45.
7. Ali Demirsoy, Yasamin Temel Kurallari (I fondamenti primari della vita), Ankara, Meteksan AS., Volume II, Sezione II, 1992, p. 737.
8. Bilim ve Teknik Görsel Bilim ve Teknik Ansiklopedisi (Enciclopedia della scienza e della tecnologia), Istanbul, Görsel Publications, p. 2676.
9. Bilim ve Teknik Görsel Bilim ve Teknik Ansiklopedisi (Enciclopedia della scienza e della tecnologia) p. 2679.
10. Smith Atkinson, Insects (Insetti), London, Research Press, Volume I, 1989, p. 246.
11. Bilim ve Teknik Görsel Bilim ve Teknik Ansiklopedisi (Enciclopedia della scienza e della tecnologia), p. 2678.
12. Dieter Schweiger, "Die Fliegen" (Il volo), GEO, Aprile 1993, pp. 66-82.